Tra mille volti il mio…mi presento

Pace a tutti,
Sono Salvatore Romano, un figlio di Dio di 26 anni, che ha svariati interessi.

Nasco a Gela (CL) il 27/02/1995, ma cresco a Domodossola (VCO). Questa “doppia cittadinanza” non ha fatto altro che ampliare in me la sensazione di non appartenere a nessun luogo, la sensazione di sentirsi un pesce fuor d’acqua ovunque mi trovassi.

Questo ed altro ancora, hanno conseguito a non farmi capire quale fosse la mia vera e propria identità.

Sono stato un bambino sempre curioso del funzionamento umano, e assorbivo, come una spugna gli insegnamenti dei più grandi, per carpire quale fosse il vero “senso della vita”.

Sin da bambino ho scoperto diversi modi di vivere, ho capito che bisognava adattarsi alla diversità e che essa era un valore aggiunto nella competizione sociale e nella costruzione del vero sé.

Scolaro atipico, di certo non uno di quelli considerati “modello”, ma che allo stesso tempo ha saputo mostrare resilienza e resistenza alle difficoltà incontrate.

Non ho mai mollato il colpo, ho sempre proseguito per la mia strada, nonostante il parere contrario dei professori che non mi ritenevano capace e ostacolavano il mio sviluppo personale.

Ho capito che solo con le mie forze sarei riuscito a conquistarmi un così tanto agognato posto nel mondo.

Eppure, quella voce che ogni tanto mi diceva di non essere abbastanza mi percuoteva lo spirito.

Gli anni universitari hanno messo a dura prova tutte le convinzioni avute in quel momento, stravolgendole completamente. E’ stato un periodo caratterizzato da una costante metamorfosi, in cui il mio essere “spugna” mi si è rivoltato contro.

Ho indossato diverse maschere, sono stato volti di cui non sono fiero, sono andato contro me stesso, annullandomi come entità.

Sentivo che questa propensione, oltre che interiore, mi veniva imposta dall’ambiente in cui vivevo, il quale aveva il potere di plasmare e modificare a suo piacimento il mio essere. Ho vissuto una vita non mia, come un essere dissociato dal proprio corpo, e mi nascondevo nei meandri della mia solitudine interiore.

Uno dei pochi aspetti positivi di questo periodo è che ho cominciato ad interessarmi, in termini psicologici, alle atmosfere ambientali, ovvero a quelle manifestazioni invisibili, prettamente percettive, che erano in grado di modificare l’ambiente fisico e che inesorabilmente influenzavano e condizionavano il senso di benessere psicologico e personale.

Credevo fermamente che la nostra consapevolezza del mondo fosse limitata e volevo spingermi a studiare fenomeni che non riuscivamo a vedere ad occhio nudo.

Mi sono interessato a studiare gli effetti che la natura ha sull’uomo.

Ho avuto il piacere di indagare questa relazione, scoprendo che l’esposizione ad elementi naturali ha conseguenze positive sul nostro comportamento e che migliora la qualità della vita sotto diversi aspetti, dimostrandosi così un ottimo strumento per sperimentare benessere.

Nonostante il mio focus professionale stesse prendendo forma, non mi sentivo completamente appagato dal mio stare nel mondo e continuavo a voler trovare a tutti i costi me stesso e il mio significato in esso.

Il periodo passato a Lisbona, senza volerlo, ha portato una chiarezza importante nella mia vita, colmando quelle preoccupazioni che da tempo mi portavo.

Per tutta la vita sono stato alla ricerca della verità, della mia identità e qui l’ho trovata.

E’ stato un periodo in cui sono stato molto a contatto con me stesso, periodo che abbiamo vissuto un po’ tutti, costretti dalla pandemia. Ho cominciato a notare che queste “atmosfere ambientali” assumevano una risonanza più forte, e che il mio sentire era più accentuato, andava oltre i miei sensi.

Riuscivo a distinguere queste vibrazione, forze, entità in benevole e malvagie. Avevo sogni esperienziali diversi, con un tessuto più profondo, molto reali… insomma ho cominciato in un certo senso a comunicare con questa realtà conosciuta teoricamente.

Qui ho conosciuto diverse persone e mi sono trovato coinvolto in una situazione che andava oltre la comprensione e spiegazione naturale di esistenza. Nella più grande difficoltà ho sentito una forza crescere in me che mi ha permesso di combattere e scappare da una situazione pericolosa, direi di vita o di morte.

Ho capito che Il male voleva arruolarmi a sé, e aveva tessuto la sua trama per tutti questi anni, seducendomi lentamente per portarmi ad accettarlo come mio signore,

ma Dio aveva piani più grandi,

ha mandato una schiera di angeli a combattere con me ed è stato più forte di ogni cosa.

Poco meno di un anno fa Dio si è manifestato nella mia vita, io ho solo aperto la porta e l’ho accetto come mio personale Salvatore.

Ho acquisito una nuova e piena identità in Gesù Cristo e continuo a rinnovare questa relazione giorno dopo giorno, riconoscendolo ovunque io vada come mio Padre e come mia guida.

Ho scoperto questa nuova Via e con la Verità cerco di infondere vita in tutti coloro che ancora oggi brancolano nel buio della propria anima.

Trovo questa rivista uno spiraglio di luce nel buio dell’incoscienza umana e mi piacerebbe collaborare in qualche modo con essa per portare la Parola di Dio oltre.

Ho bisogno di confrontarmi con chi vive Gesù Cristo da più tempo di me, per capire come posso essere utile ai Suoi piani con il mio bagaglio di vita. Voglio lavorare per il Signore ed essere il cambiamento che Dio stesso ci chiede di essere nel mondo.

Grazie mille per il tempo che mi avete dedicato leggendo fino ad ora!

Che Dio vi benedica Grandemente!

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Comprendere quale sia la volontà di Dio nella propria vita, ciò che Egli ha preparato per noi e tutto quello che ci riguarda da vicino, e fondamentale per il nostro cammino verso il cielo. Vivere con Cristo potrebbe portare anche a delle rinunce, perché guidati inevitabilmente ed unicamente dai nostri desideri, pensiamo di sapere qual e la cosa giusta da fare in ogni situazione.