LA FINESTRA 10-40: UNA CHIAMATA ALL’AZIONE

Oggi sul pianeta Terra vivono circa più di 7 miliardi di persone appartenenti ad etnie e culture diverse;

popoli che hanno le loro tradizioni, i propri modi di vivere e di intendere la vita.

Viviamo in un pianeta sul quale domina la tecnologia, dove la conoscenza e l’informazione viaggiano rapidamente, dove tutti vogliono avere di più e dove tutti sono alla ricerca del vero amore, molti dei quali però non sono disposti a considerare Cristo come unica via per viverne appieno.

Tutto quello che ci sembra oggi vantaggioso in realtà ci sta allontanando dalla scoperta intima e personale della verità biblica. Come per coloro che nell’Antico Testamento erano affetti dalla lebbra.

Un uomo malato di lebbra doveva essere separato dal popolo di Dio, doveva vivere fuori dall’accampamento d’Israele. Non poteva partecipare ai sacrifici del tabernacolo di Dio. Quindi, un uomo con la lebbra era simbolicamente escluso da Dio.

Anche noi a nostro modo siamo affetti dalla lebbra, una lebbra metaforica, che ci tiene lontani da Dio. “il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza” Osea 4:6.

Molti i popoli che non conoscono Cristo. La maggior parte di essi si trova nella finestra 10/40 che è l’area compresa tra il 10imo e il 40esimo parallelo, una finestra che va dall’africa nord-occidentale, al medio-oriente fino all’asia.

Qui vive la maggioranza della popolazione mondiale, in questa zona ci sono circa la metà delle città più popolate al mondo, dove vivono uomini e donne di culture religiose diverse dal cristianesimo e dove vive il minor numero di cristiani.

fig.1: la finestra 10-40

I paesi nella finestra 10/40 sono ufficialmente chiusi o informalmente contrari al ministero cristiano all’interno dei loro confini. I cittadini hanno una conoscenza limitata del Vangeloun accesso minimo alle Bibbie e ai materiali cristiani, e opportunità estremamente ristrette per rispondere e seguire la fede cristiana.

Secondo Window International Network, quasi tutti i paesi peggiori al mondo noti per la persecuzione dei cristiani sono posizionati nella Finestra 10/40.

Sono Paesi in cui vengono perpetrati abusi sui minori, dove si raggiungono alti tassi di prostituzione infantile, schiavitù e pedofilia; il tutto tenuto sotto controllo da diverse organizzazioni terroristiche. E come se non bastasse, troviamo la più alta concentrazione di persone che vivono in condizione di estrema povertà, sono infatti considerati “i più poveri fra i poveri”.

Sono zone difficili da raggiungere, dai confini fisici, sociali e ideologici quasi impenetrabili. E noi? cosa stiamo facendo a riguardo?

Noi cristiani ci affanniamo spesso nella predicazione della seconda venuta di Cristo e del rapimento delle Sue anime, quando ad oggi sono circa 3 miliardi di persone a non essere state raggiunte neanche dalla comunicazione della prima venuta.

Più di 3 miliardi di persone non sono ancora state raggiunte dal vangelo (3.000.000.000).

E’ come se la maggior parte delle persone su questo mondo stesse vivendo uno stato di lebbra perenne che le mantiene lontano da Dio, in cui si vive nell’oscurità della conoscenza, persone a cui viene negata la possibilità di conoscere la verità e la via verso la salvezza.

Pensate a queste persone, loro non hanno avuto la fortuna di nascere in un luogo dove c’è libertà di espressione, di culto, dove tutto sommato, si vive egregiamente, dove se ti fai male sai che puoi andare in ospedale ed essere curato gratuitamente, dove i bambini possono vivere serenamente, senza la paura di essere rapiti e venduti agli schiavisti che ne fanno baby soldati o baby squillo.

Domandiamoci cosa stiamo facendo del messaggio di Dio… Dio ci ha chiamato a rinnovarci, ci ha chiamato a rinascere, a rinnegare noi stessi e a non vivere una vita di paura, una vita a nasconderci, una vita di fede a metà, tiepida, che non porta frutto.

Gesù vedeva le folle, ne aveva compassione e con le Sue parole portava speranza e guarigione a tutti quanti desideravano dissetarsi della Sua fonte d’acqua viva. Oggi Gesù vede le folle attraverso i nostri occhi e continua ad averne compassione, ma non essendo più su questa terra, ci osserva e ci invita ad essere portatori del Suo messaggio, e come veri discepoli, dobbiamo comportandoci di conseguenza.

Non disprezziamo chi è straniero, non disprezziamo chi è lontano da Dio, non dobbiamo avere paura di ciò che è diverso, perché anche noi siamo stati stranieri ed è per la confessione di un figlio di Dio che anche noi siamo stati convertiti all’evangelo.

Abbiamo bisogno di agire e di portare luce in questo mondo di tenebre nel rispetto di tutti.

Con questo voglio esortarvi a pensare in grande, perché solo pensando in grande saremo in grado di cambiare le circostanze nel nostro piccolo! È una sfida per la chiesa, ma ciò che agli occhi dell’uomo risulta impossibile e possibile nella mani dell’Eterno.


CHE DIO VI BENEDICA

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