
Arriva un tempo in cui, dopo una vita passata ad aggiungere, inizi a togliere.
Togli i cibi che ti fanno male. Togli i vestiti che ti vanno troppi stretti o troppo larghi. Togli le cianfrusaglie dimenticate nei cassetti, insieme alla convinzione antica di non andare mai bene.
Togli il cuore dai posti dove non c’è più amore. Togli il tempo passato a inseguire le persone. Togli lo sguardo da chi hai dato il permesso di ferirti.
Togli potere al passato.
Togli le colpe dai tuoi racconti. Togli lo sguardo da chi ti parla alle spalle. Togli le erbacce intorno ai tuoi sogni. Togli i compromessi che ti sporcano le scelte. Togli i sì concessi per adattamento.
Perché la vera ricchezza non è aggiungere, ma togliere!
Ci è stato imposto fin dalla nascita, un imperativo morale e categorico, il quale ci spinge a ricercare sempre più esperienza, di aggiungere sempre più peso al nostro bagaglio di vita perché solo così potremo essere soddisfatti.
Ma è davvero così?
Molti sono gli esempi esistenti in natura che ci dimostrano il contrario! Uno dei primi esempi di cui vi vorrei parlare è Il cervello dei bambini.
I bambini nascono con un cervello iper-stimolato, con collegamenti sinaptici profondi e complessi.

Quando il bambino sente la voce della mamma il suo cervello si attiva nella sua completa interezza.
Questo sembrerebbe essere un vantaggio evolutivo non indifferente. Ma allora perché non sono in grado di parlare o di intendere tutto già nei primi giorni di vita?
L’iperstimolazione neonatale è in realtà qualcosa di negativo. Pensate come ad esempio, la propagazione del suono stimoli non solo l’udito, ma attivi anche la vista, il gusto, l’odore, tutte le componenti cerebrali.
Risulta di facile comprensione che questo non è vantaggioso e non permette una risposta funzionale ed adattiva da parte del neonato.
Quello che permette al bambino di “aggiungere” tasselli al proprio sviluppo, come la creazione del linguaggio, della profondità visuo-spaziale, del movimento coordinato e dello sviluppo emotivo, è determinato da un’azione di pruning che avviene a livello cerebrale.
E’ un’azione specifica che permette di “potare” tutti i collegamenti sinaptici in eccesso o quelli che sono meno utilizzati.
Si eliminano così tutte le vie e i collegamenti inadeguati e si lascia spazio a tutto ciò che è strettamente necessario per lo sviluppo ottimale dell’individuo.
Così è la metafora della vita!
Per raggiungere uno stato di benessere adattivo non è necessario dover aggiungere, ma anzi bisogna eliminare e togliere le scorie in eccesso.
A volte penso di aver perso fin troppo tempo dietro a cose inutili, cose che riempivano momentaneamente il mio ego, di cui andavo fiero e che nessuno doveva togliermi.
Dio mi ha dato questa nuova consapevolezza. La felicità che tanto cercavo di costruire era frutto di sovrastrutture che impedivano il reale soddisfacimento della vita stessa.
Questo nuovo risveglio personale, mi spinge a guardarmi indietro e vedere quante cose avrei potuto fare se avessi seguito questo consiglio.
Ma il passato non si cambia, si ringrazia solamente!
Quello che oggi posso fare è continuare con fame a comunicare, gridare al mondo che così facendo non si va da nessuna parte; di gridare di ritornare alla vera essenza, al vero incontro dell’anima e al vero senso di stare nel mondo. Di tornare a Dio.
Vi ringrazio infinitamente per aver letto fino a qui.
Che Dio vi benedica grandemente.
Tratto da:

“La vita ti porta in luoghi sconosciuti, l’Amore ti porta a casa”.
Un anno fa ho incontrato l’Amore, non per mia scelta, ma per Sua volontà.
Più scappavo da Dio e più fuggivo da me stesso. Oggi dimoriamo insieme nella stessa casa. Ho percorso mille vie, ma solo una porta alla Verità.