Il SIGNORE aprirà per te il suo buon tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia al tempo giusto, e per benedire tutta l’opera delle tue mani; tu presterai a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito. (Deuteronomio 28,12)
E’ scritto nella Bibbia, che il nostro Padre celeste (Dio), da cui proviene la nostra fede, ha promesso che riempirà di benedizioni tutti coloro che lo amano.
Davanti a questa promessa di benedizione, che ci viene ripetutamente narrata nella Bibbia, quale potrebbe essere il nostro dubbio per la sua effettiva realizzazione?
C’è da dire però che la benedizione di Dio è una cosa, mentre ciò che noi riteniamo come benedizione, è un’altra.
Infatti, non dobbiamo mescolare le due cose, la benedizione di Dio non è un obbiettivo strategico di vittoria, che abbia un valore entusiasmante per noi soltanto, essa ha la capacità di riversare beneficio anche su coloro che ci affiancano.
La benedizione e la vittoria nelle cose del mondo quindi, non sono unite tra loro, perché non sempre sono la stessa cosa.
Se dovessimo fare coincidere forzatamente questi due principi descritti da Gesù, allora tutto sarebbe stato un apparente insuccesso agli occhi del mondo.
L’interrogativo che spesso ci pone a questo punto è, perché, pur credendo in Dio, non riusciamo sempre a distinguere le due cose?
La benedizione di Dio è il sicuro risultato di una vita di preghiera e della continua ricerca di Dio, in modo che Egli possa lavorare la nostra vita per far sì che, tra le bufere che sicuramente, prima o poi arriveranno rendendo probabilmente il nostro percorso di fede difficoltoso e colmo di intralci, anche in questa situazione, qualunque persona che ami Dio e segue i suoi comandamenti, sarà benedetto.
Ovviamente, tutti quelli che amano Dio, si ammalano e muoiono normalmente come tutti gli esseri umani. Dio non ha promesso che il cammino cristiano sarà esentato dalle difficoltà e dalle sofferenze, perché il risultato finale sì manifesterà nella sua gloria che servirà per il nostro bene.
Dio benedice quanti lo amano, ma non evita che ci siano difficoltà nella vita.
Non dobbiamo pensare che, leggendo la Parola (la Bibbia) e vivere l’amore di Dio, ci esenti dalle difficoltà come una sorta di portafortuna, che ci protegge contro tutto.
La nostra consacrazione e il nostro legame con Dio, non ci esenta dalle battaglie quotidiane, ma ci rende semplicemente certi e sicuri che, qualsiasi cosa accada, Egli sarà sempre lì per rafforzarci, per non lasciarci mai soli nelle difficoltà, perché la nostra vita non fallisca e vada nella tormenta della depressione.
Perché la benedizione di Dio è scoprire che Gesù cammina con noi sulla stessa via, veglia sul nostro benessere e ci incoraggia ad andare avanti ogni volta che la nostra esistenza viene scossa.
Dio è la sicurezza che non se ne andrà lasciandoci soli, quando comprenderemo che siamo circondati dal pericolo.
Può addirittura accadere che la benedizione di Dio nella nostra vita, ci renda capaci di comprendere, nel dolore, che addirittura chi ci ha fatto del male in qualche modo, meriti il nostro amore e il nostro perdono senza condizioni.
Le nostra consacrazione può non prolungare la nostra vita, ma ci istruisce a viverla meglio.
Concludendo, quando si vive benedetti dal Signore, c’è un amore profondo che scaturisce dal nostro cuore è ci rende capaci di essere migliori sia come figli di Dio, che come fratelli.
E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui. (Romani 8:15-17)
Donare a chi si ama è gioia, ma donare a chi non si ama è amore.
di Tullio Colsalvatico
tratto dal libro “L’uomo, il tempo e l’amore“