Una triste indignazione

Leggendo il primo paragrafo del capitolo 3 di Marco, non ho potuto fare a meno di dare un giudizio frettoloso e “criticone” per le scelte compiute dai farisei del tempo.
La mia sensibilità auto indotta, mi garantiva una certa super forza per poter disapprovare, in maniera inequivocabile, il loro atteggiamento meschino, inappropriato e per certi versi autolesionistico.

Poi entrò di nuovo nella sinagoga; là stava un uomo che aveva la mano paralizzata. E l’osservavano per vedere se lo avrebbe guarito in giorno di sabato, per poterlo accusare. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati là nel mezzo!» Poi domandò loro: «È permesso, in un giorno di sabato, fare del bene o fare del male? Salvare una persona o ucciderla?» Ma quelli tacevano. Allora Gesù, guardatili tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore, disse all’uomo: «Stendi la mano!» Egli la stese, e la sua mano tornò sana. I farisei, usciti, tennero subito consiglio con gli erodiani contro di lui, per farlo morire. Marco 3:1-6

La Parola appena citata vuole proprio suscitare questo tipo di considerazione e trasmettere questo messaggio. È chiaramente assurdo anche solo soffermarsi sulla domanda di Gesù, per riflettere se si possa o meno fare del bene in giorno di Sabato. Stiamo parlando di persone che hanno fatto di un rigoroso vuoto formalismo, la loro ragione di vita.

Personalmente penso che ci sia una bella differenza tra il dover regolamentare un popolo e il rispettare una legge divina. Infatti credo che Gesù sia venuto in questo mondo proprio per mettere ben in chiaro dove vadano le i e su quali di queste spingere bene la penna fino in fondo per mostrare un ben visibile.

Si rende necessaria quindi una nuova azione educatrice, affinché si possa capire che la sensibilità dei nostri cuori non deve essere repressa dall’incapacità di agire, data da restrizioni che ci sono state imposte.

Non credo che il mio ragionamento esca fuori in maniera forzata, ma comunque sia mi ritrovo a vivere oggi, dopo quasi 2000 anni, una situazione analoga.

Per lavoro, come portiere in albergo, sono obbligato per legge a chiedere la certificazione verde, Green Pass, ai clienti nel momento del check in; questa certificazione è ormai essenziale per poter effettuare anche le più banali operazioni di posta, come pagare le bollette e persino per accedere all’interno dei negozi; per gli alberghi ti da la possibilità di entrare, in alternativa sono costretto a non autorizzare l’accesso nella struttura.

Anche se generalmente non ho avuto problemi nell’effettuare questa operazione, è capitato che un cliente in maniera provocatoria mi dicesse:

“E se le dicono che un Ebreo qui non può entrare lei cosa fa?”

Non voglio minimamente paragonare la situazione Covid/Green Pass con ciò che il popolo Ebreo ha dovuto subire durante la prima metà del 900 e trovo anche offensivo l’accostamento; ma questa frase mi ha comunque dato di che pensare, per cui mi sono chiesto, cosa avrei fatto in quella situazione.

Sassari, 15 Gennaio, ad una donna incinta di 5 settimane non è stato concesso l’ingresso in ospedale perché sprovvista di tampone molecolare. La donna che aveva notato delle perdite e per ciò si era recata al pronto soccorso, avrà poi un aborto spontaneo nel parcheggio della struttura.

E allora…… Ci è concesso fare del bene, salvare una persona in giorno di Sabato? o no?

Uno dei motivi per cui considero la lettura della Bibbia straordinariamente illuminante è che la trovo sempre attuale. Dopo tutta l’evoluzione possibile ed immaginabile, sia a livello tecnologico, che umanistico, ci ritroviamo di nuovo allo stesso punto, dove c’è una legge che mi impedisce di fare del bene.

Che sia chiaro, io non sono ne a favore ne contro il Green Pass, vaccini, governo, etc…., semplicemente cerco di riflettere se la nostra umanità sia necessariamente circoscritta a delle norme e regole o se invece debba navigare libera senza alcun limite.

D’altra parte il comandamento di Gesù è chiaro: “Ama il tuo prossimo come te stesso”.

Cerchiamo quindi di esercitare l’empatia sonnecchiante dentro ognuno di noi, tirandola fuori anche con forza e chiediamoci cosa e come vorremmo essere trattati se ci trovassimo nella stessa situazione della persona che abbiamo di fronte.

L’atteggiamento di Gesù è esemplare, lo è sempre, in ogni circostanza: Indignato per la loro reazione, e Rattristato per la durezza del loro cuore. Questo mi riconduce alla mia esperienza di genitore e non posso fare a meno di cogliere la similitudine tra l’amore che proviamo nei confronti dei nostri figli, e quello che Dio prova per tutti noi.

Invito ognuno di voi lettori a ricordare la marachella più grave e assurda commessa dai vostri figli o anche fatta da voi: dalla rottura del vaso di cristallo, alle forbici utilizzate per tagliuzzare il carica batterie del telefono; dal controllo certosino della temperatura del forno, alla leva del freno a mano tirata giù nel parcheggio in salita…

La fantasia in questi casi non è mai troppa e tanto per essere autobiografici, i miei genitori dovettero installare delle inferriate alle finestre perché avevo l’abitudine di aprirle e…

Credo, che il provare tristezza per una determinata cosa, implica innanzitutto un coinvolgimento sentimentale, ci sentiamo così rattristati per una azione tanto grave, da parte dei nostri cari, da essere allo stesso tempo indignati…insomma, questo atteggiamento non è proprio da uomini!

In realtà siamo tutti bambini e fin tanto che non accettiamo di dare la nostra vita nelle mani del Padre Celeste, non riusciremmo mai a fare quello scatto di crescita di cui ognuno di noi ha realmente bisogno.

Gesù condivide, come noi, quel tipo di amore con i farisei del tempo, una indignazione verso le loro reazioni e una profonda tristezza per la durezza dei loro cuori, per l’incapacità di capire quanto stiano sbagliando, per l’evidente poca maturità.

Come si può intuire, il Vangelo è una evangelizzazione auto sostenibile, basta leggerlo per rendersi conto che qualcosa manca nelle nostre vite e quel qualcosa è Gesù.

Accogli il Signore nella tua vita ed Egli la stravolgerà, essa sarà trasformata e rinvigorita da ogni cosa buona.

Con Lui hai la possibilità di cambiare una Rattristata Indignazione in una Allietante Serenità.

Non ti va di provare?

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Comprendere quale sia la volontà di Dio nella propria vita, ciò che Egli ha preparato per noi e tutto quello che ci riguarda da vicino, e fondamentale per il nostro cammino verso il cielo. Vivere con Cristo potrebbe portare anche a delle rinunce, perché guidati inevitabilmente ed unicamente dai nostri desideri, pensiamo di sapere qual e la cosa giusta da fare in ogni situazione.