Una lettera sull’ amore

Cosa sappiamo sull’amore?

Possiamo leggere romanzi, poesie….
Possiamo venire a conoscenza di testimonianze struggenti tra due amanti, passioni irrefrenabili, fughe avventurose.

Possiamo lasciare che questo ciclone travolgente prenda ogni parte di noi, senza dare importanza alle ipotetiche conseguenze, facendoci catapultare a destra e a sinistra, in balia di onde altissime, chiamate emozioni.

Alcune volte, possiamo però vivere o ascoltare cose che con l’amore c’entrano poco, o quasi niente.

Si, perché in nome dell’amore abbiamo macchiato la nostra anima, i nostri sentimenti, le nostre emozioni più profonde, trasformando ciò che di più bello, puro e incontaminato ci fosse in questo mondo, in qualcosa di sporco nero e infetto.

Lode e gloria a Dio, perché in qualità di Suoi figli, abbiamo la possibilità di aprire questo fantastico manuale, la Bibbia, e tra le sue innumerevoli pagine, piene di storie ed avventure, possiamo occasionalmente (ma io mi auguro volontariamente), inciampare in quello di cui abbiamo più bisogno, ed oggi, ciò di cui abbiamo più bisogno, è proprio dell’amore.
Ma di quello con la A maiuscola, quello che soltanto il Padre può insegnarci e che attraverso il figlio possiamo imparare.

La prima lettera di Giovanni ci espone alla consapevolezza che Dio è luce e, per avere comunione con lui, bisogna camminare in essa.
Per poter camminare nella luce dobbiamo abbandonare, rifiutare ogni opera delle tenebre: il peccato.

Abbiamo testimonianza di ciò attraverso la legge che Dio ha dato agli uomini.
Ora noi sappiamo di non poter essere senza peccato, in quanto questo fa parte della nostra natura; ma attraverso quel sangue (Gesù), versato per noi, possiamo essere purificati, avendo cosi di diritto, accesso alla promessa di Dio, la vita eterna.
Grazie ai Suoi insegnamenti possiamo riassumere l’intera legge in un unico comandamento.

Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.

Amare i propri fratelli, infatti, ci fa rimanere nella luce e chi dice di essere nella luce senza amare i suoi fratelli, in realtà è nelle tenebre.

Camminare nella luce vuol dire anche vivere una sorta di distaccamento dal mondo terreno. Più semplicemente dalla carnalità.

Giovanni parla del desiderio carnale, dell’avidità, della perversione, della sessualità sia degli occhi che del corpo.
Come anche di quella convinzione di essere migliore degli altri, più bravi, più forti, più belli…

Una buona dose di umiltà ci fa prendere in considerazione di cosa possiamo fare per gli altri, di quanto possiamo donare del nostro tempo, denaro, sentimenti, azioni…
A me personalmente piace questa metafora parlando dell’amore, come di un dono.

Amore = Dono

Ma non come qualcosa di prezioso. Perché lo è.
Siamo abituati a paragonare qualcosa di prezioso come un qualcosa di caro, costoso, bellissimo. E lo è.
Ma ciò che fa del dono la sua preziosità, è che viene donato, regalato.

Gratuitamente

Sempre in maniera altruistica, non per innalzare chi lo dona, ma chi lo riceve.

Amare vuol dire donare. Amare non vuol dire ricevere.

Amiamoci gli uni gli altri.
È questo amore, che ci garantisce la vita eterna, ed è per questo stesso amore che saremo odiati dal mondo, perché esso non ha conosciuto la verità, ovvero che chi non ama rimane nella morte.

Ricordiamoci per un attimo le azioni intraprese da Caino nei confronti di Abele. Egli uccise suo fratello ben consapevole che la sua offerta non era per Dio, ma per glorificare se stesso.
Una azione malvagia, cattiva, peccaminosa ci trascina verso la morte. E chi opera tali azioni non ha amore nei confronti del prossimo e quindi non ha la vita eterna.
Gesù, con il suo sacrificio, ci insegna a donare totalmente noi stessi, per l’amore che proviamo nei confronti dei nostri fratelli e sorelle.

Chi, sapendo della difficoltà di un fratello o una sorella, non ha donato se stesso per aiutare, si può definire cristiano o figlio di Dio?.
Impariamo dunque ad amare non con le parole ne con lingua, ma con i fatti e in verità.

Chi ama Dio ama anche suo fratello.
Questa prova di fede ci viene affidata direttamente da Gesù. Infatti per noi è più facile amare o semplicemente credere (in questo caso avere fede) in ciò che conosciamo, che vediamo, che possiamo sentire e toccare.
La venuta di Gesù, su questa terra, ci è proprio per questo di testimonianza. Abbiamo conosciuto il Padre attraverso il Figlio, Egli ci ha insegnato cosa significa amare, e noi che crediamo in Lui possiamo a nostra volta fare lo stesso.

Praticando questo semplice insegnamento applichiamo una sorta di legge matematica dove ogni componente è uguale all’altro:

DIO = AMORE

Gesù = DIO

Gesù = AMORE

Se io sono in Cristo, Cristo è in me.
Se io amo, Dio è in me.

Quando noi riusciamo ad avere quella dose di amore che Cristo ha avuto per noi, possiamo sentire la potenza dello Spirito Santo scorrere nelle nostre vene.
Ciò ci permetterà di vincere tutte le battaglie che avremo difronte, terrene e spirituali, perché godremo della Sua protezione divina, avendolo dentro di noi.
Potremmo eliminare dalla nostra vita ogni paura, oppressione, disagio, castigo…..perché nell’amore c’è perfezione.

Nell’amore c’è Dio.

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